Venezia

Il Ponte dei Sospiri di Venezia

Tra le nostre ultime creazioni in vetro di Murano si distingue Sospiri, uno splendido specchio in vetro di Murano interamente lavorato a mano dai nostri maestri artigiani con la tecnica dell’incisione a freddo.

Nella parte centrale, l’opera è stata ulteriormente impreziosita dai nostri fioristi con una graziosa composizione di licheni, rose e fiori stabilizzati, destinati a resistere nel tempo senza bisogno di alcuna cura.


Le nostre collezioni artistiche nascono su ispirazione della natura e dell’arte della nostra terra, la Riviera del Brenta e Venezia, luoghi ricchi di storia e tradizione.
In particolare, con lo specchio vegetale Sospiri abbiamo scelto di omaggiare l’omonimo ponte di Venezia che funge da collegamento tra Palazzo Ducale e il Palazzo delle Prigioni. Scopriamo insieme la storia di questo ponte.
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/2″ offset=”vc_hidden-lg vc_hidden-md vc_hidden-sm vc_hidden-xs”][vc_single_image image=”2976″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_placement=”middle”][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]TRA STORIA E LEGGENDA


Verso la fine del XVI secolo, la Repubblica di Venezia decise di far costruire una nuova prigione al di là del rio di Palazzo Ducale. Fu una decisione dettata dalla necessità: il vecchio carcere, che si trovava all’interno del palazzo, era ormai diventato poco sicuro oltre che troppo piccolo.


Conseguentemente, divenne inevitabile la costruzione di un ponte che collegasse il Palazzo Ducale e con le nuove carceri. Pertanto, agli inizi del XVII secolo, presero il via i lavori di costruzione del ponte su progetto dell’architetto Antonio Contino, e per volere del doge Marino Grimani.


Il progetto di Contino prevedeva un passaggio aereo, agile e sicuro, che mettesse in comunicazione il primo piano del Palazzo Ducale con il secondo piano delle prigioni, e che allo stesso tempo scongiurasse ogni tentativo di fuga da parte dei prigionieri.


Il ponte venne costruito in stile tipicamente barocco, in pietra d’Istria e adornato sulle facciate esterne con lo stemma del doge Grimani. Due piccole finestre in marmo traforato consentivano ai condannati da una parte un’ultima, ristretta, vista del ponte della Paglia e dell’isola di San Servolo e dall’altra uno scorcio del retro del Palazzo Ducale e del ponte della Canonica.


Perché venne chiamato “Ponte dei Sospiri”? Questo nome sembra derivare dalle credenze popolari, secondo le quali i condannati, mentre attraversavano il ponte, sospiravano guardando per l’ultima volta il mondo esterno e abbandonando la loro libertà.